BUONGIORNO CALOGERO, INIZIAMO SUBITO CON LA PRIMA DOMANDA: COME E’ NATA L’IDEA DI CREARE UN’ASSOCIAZIONE PER VALORIZZARE IL PISTACCHIO RAFFADALESE?

L’idea nasce nel 2016 da un gruppo di agricoltori e trasformatori agrari che hanno sentito l’esigenza di creare qualcosa di buono e di nuovo nel loro territorio. Dalla sinergia di 13 comuni della nostra provincia (Raffadali, Agrigento, Aragona, Santa Elisabetta, Favara, Racalmuto, Joppolo Giancaxio, Cianciana, Sant’Angelo Muxaro, San Biagio Platani, Cattolica Eraclea, Casteltermini, Santo Stefano Quisquina) nasce l’associazione PISTACCHIO DI RAFFADALI, fondata da me e da altri tre amici di lunga data.

Da quel giorno il nostro obiettivo di far conoscere e di promuovere il nostro pistacchio si è rafforzato sempre più.

COSA E’ CAMBIATO DALLA NASCITA DELL’ASSOCIAZIONE?

Principalmente la consapevolezza di un prodotto eccellente e soprattutto artigianale in ogni suo aspetto. Basti considerare che la nostra non è una coltivazione intensiva, nonostante abbiamo piantato circa dieci mila piante in questi due anni. Tutto ciò va a donare ulteriore valore al nostro prodotto. Da quando abbiamo iniziato a promuovere e coltivare il nostro pistacchio, i produttori locali non hanno perso tempo a dare sfogo alla loro creatività e fantasia; infatti oggi è facile assaporare svariate ricette dal cuore verde, come ad esempio la salsiccia con all’interno la granella di pistacchio, il panettone salato e altre ottime pietanze.

E NON DIMENTICHIAMO IL FASTUCA FEST! GIUSTO?

Un successo incredibile! Nel 2019 si è tenuta la quarta e ultima edizione, dove abbiamo registrato più di 30.000 presenze! Nelle giornate del festival è stato possibile far conoscere la cultura del genuino e degustare i nostri prodotti tipici .

Siamo impazienti di tornare con le nostre attività culturali e promuovere al meglio il nostro pistacchio.

PRIMA HA ACCENNATO AL FATTO CHE LA VOSTRA NON E’ UNA COLTIVAZIONE INTENSIVA. QUANTO TEMPO IMPIEGA UNA PIANTA PRIMA CHE ENTRI IN PIENA PRODUZIONE?

Con le dovute attenzioni va in produzione entro i primi 10 anni e trascorso questo lungo tempo si ottengono circa 4/5 kg di pistacchio per ogni singola pianta.

Quando si decide di investire su un pistacchieto, la prima attenzione deve essere rivolta principalmente all’esposizione. Infatti il pistacchio ama il sole e soffre l’umidità! per tale ragione il clima della nostra isola è decisamente favorevole per una buona crescita della pianta.

COME SI DISTINGUE IL PISTACCHIO DI RAFFADALI DA QUELLO DI BRONTE E DA QUELLO STRANIERO?

La differenza con il prodotto di Bronte è minima. Per chi possiede un buon palato la può riconoscere essenzialmente dal gusto. Infatti il pistacchio etneo ha un sapore meno intenso, più legnoso e contiene meno olio.

Il pistacchio di Raffadali, invece, presenta una maggiore percentuale oleosa e un sapore più corposo. Ciò è dovuto dalla tipologia dei nostri terreni misti, cioè sono sia argillosi sia sabbiosi.

Con il pistacchio estero la differenza è notevole: la pasta invece di essere verde smeraldo tende fortemente al giallo. La forma è più piccola e tondeggiante. Mancano le striature violacee sulla “pellicina” del pistacchio e il sapore è inesistente. Infatti si utilizza tanto sale per donare un po' di gusto.

SIAMO A CONOSCENZA CHE MANCA POCO AL RICONOSCIMENTO DEL D.O.P. UNA VOLTA OTTENUTO COSA CAMBIERA’?

L’associazione ha inviato al MIPAAF l’istanza per il riconoscimento, ai sensi del Reg UE 1151/2012 della denominazione DOP Pistacchio di Raffadali. Siamo in attesa dell’approvazione finale e di stabilirne i dettagli.

Questa azione nasce dai nostri obiettivi elencati prima e dall’importanza di salvaguardare e valorizzare la nostra produzione.

Una volta ottenuto cambieranno molte cose. Sarà possibile lavorare sulla protezione del prodotto da concorrenti sleali e dalle false imitazioni; potremo incrementarne il valore economico e accedere a finanziamenti agevolati e a fondo perduto.

Sicuramente alla prossima edizione del FASTUCA FEST avremo già ottenuto la denominazione di origine protetta.

QUAL E’ IL SUO MESSAGGIO PER I GIOVANI?

Credere nei propri sogni e darsi da fare!

Se si desidera realizzare i propri sogni, diventare qualcuno ed essere orgogliosi di sé, bisogna rimboccarsi le maniche lavorare, lavorare e lavorare.

Bisogna credere fermamente al valore degli obiettivi che si desiderano raggiungere.

Inoltre invito tutti i giovani siculi ad investire sulla loro terra. Dovrebbero capire e credere in una regione meravigliosa e trovare nuove soluzioni per unire sempre più il mondo dell’agricoltura con il turismo. La nostra isola vive di questo e ci manca tantissimo accogliere i turisti.

Grazie Calogero per il tuo tempo e per tutte le informazioni che ci hai donato!

Articolo scritto da Luisa Taibi

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